La mia intervista per Ecoworkmagazine su Steve Pavlina in italiano

cropped-avatar-ecoworkHo avuto il piacere, e l’onore, di essere intervistata da un blog al quale collaboro, Ecoworkmagazine, per illustrare ai lettori in che cosa consiste il progetto Steve Pavlina in Italiano. Grazie a @stefaniaburra per le interessanti domande, alle quali ho risposto con piacere.

 

Ecco un estratto dell’intervista, il cui testo completo è leggibile qui. Buona lettura.

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Come è nata l’idea di tradurre gli scritti di Steve Pavlina?

Seguivo il suo blog da anni, poiché nutro un notevole interesse per la crescita personale e le tematiche del miglioramento di sé. Lo avevo trovato per caso navigando il web e da allora non lo ho più mollato. In Italia ci sono svariati blog e siti che si occupano di sviluppo personale ma  non pochi lo fanno in maniera superficiale e dilettantistica, riducendo spesso il tutto a “come usare il web per guadagnare”.  Altri invece trattano problematiche che sarebbero interessanti, ma mischiando concetti scopiazzati qua e là e rivelando scarsa conoscenza dell’argomento. Quando addirittura non è lo stesso uso della lingua italiana a essere scadente. Insomma, tanta fuffa e poca sostanza e, spesso, leggere quegli articoli e scaricare gli e-book, ancorché offerti gratuitamente (ma per carpirti l’e-mail!), si rivelava in definitiva solo una gran perdita di tempo.

Pavlina in che cosa si differenzia da questi blogger?

Pavlina è un altro pianeta, si colloca su un livello assolutamente diverso:  l’originalità degli argomenti (di alcuni è l’unico ad aver parlato),  le diverse angolazioni da cui sono sviscerati, il grado di approfondimento e la cura che dedica ai ragionamenti per presentare tematiche complesse in maniera comprensibile a chiunque, creano un valore enorme per il lettore. La scoperta del blog di Pavlina mi ha aperto un mondo.  Ho divorato tutti i post usciti negli anni precedenti e mi sono iscritta alla sua newsletter per non perderne neanche uno. All’epoca il mio interesse era quello della fruizione personale, ero ancora lontanissima dall’idea di tradurlo.

Quando hai pensato per la prima volta di tradurlo?

E’ stato come un lampo, un’intuizione improvvisa, non un’idea ragionata. Poi è venuto il ragionamento e allora la prima cosa che ho fatto è stata quella di fare una ricerca sul web per vedere se esisteva già qualche traduzione, se qualcuno stava già attuando un progetto simile: non c’era nulla e nessuno. Un paio di post lo citavano, uno parlava della sua tecnica dell’esperimento di 30 giorni e l’altra della sua separazione dalla moglie. La via era libera.  A quel punto ho deciso di cominciare a tradurre. Devo precisare che ho sfruttato il fatto che lo stesso Pavlina aveva tolto il copyright ai suoi scritti concedendomi di fatto la possibilità di tradurre senza dover pagare dei diritti. Inizialmente pensavo di pubblicare i post singoli, ma poi mi è sembrato più interessante e creativo raggrupparli per argomento tematico per creare veri e propri libri.

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