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Il pomeriggio della vita – parte 2

Ecco il seguito del post precedente. Se non avessi letto la prima parte la trovi qui. L’autore spazia ancora nel campo della Legge dell’Attrazione e della capacità che abbiamo, se ci applichiamo, di creare la realtà che preferiamo controllando i nostri pensieri e orientandoli verso ciò che ci rende felici.

Il pomeriggio della vita – Parte 2

Nel frattempo stava accadendo qualcosa ancora più pieno di significato: stavo gradualmente imparando che, quando mi concentravo sull’aiutare gli altri, anche i miei bisogni trovavano soddisfazione e i miei desideri personali si realizzavano. Non solo, tutto ciò avveniva praticamente senza sforzo. Non era nemmeno necessario che mi occupassi di raggiungere i miei obiettivi, perché mi cadevano letteralmente nel piatto. Il denaro cominciava a scorrere in maggiore quantità e ben presto ricevetti molto di più di quello che spendevo. Cominciarono a manifestarsi nuovi amici e nuovi contatti che portavano entusiasmanti opportunità. Ciò che volevo mi veniva consegnato letteralmente sulla porta di casa.

Capii che l’universo sa già che voglio e di che cosa ho bisogno. Non è programmato per dire di no ai miei desideri. Vuole che io sia appagato. Ma ha bisogno che sia io a fare la prima mossa. Devo rimanere in uno stato in cui emetto felicità, e a quel punto l’universo può inviarmi la soddisfazione dei miei desideri. Il modo in cui io emetto felicità è aiutando gli altri a essere felici. Se non sei felice l’universo non può portarti ciò che vuoi. I tuoi obiettivi restano non compiuti e i tuoi desideri non soddisfatti. Se pensi che quelle cose ti porteranno maggiore felicità, significa che hai creato un ponte tra quelle nuove esperienze e un particolare stato dell’essere. Per attrarre quelle esperienze nella tua vita devi procedere verso il corrispondente stato dell’essere. In caso contrario, respingerai i tuoi desideri invece di attrarli.

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Il pomeriggio della vita

Ph Hoang Tuan by Pixabay

Se hai qualche decennio alle spalle e hai fatto un pezzo di strada nella tua vita, forse ti sarai accorto che il modo in cui affrontavi e risolvevi i problemi da giovane non funziona più. Ora ti trovi nel pomeriggio della tua vita ed è probabile che tu debba fare alcuni cambiamenti. È il senso del post – tradotto per te – di cui oggi ti propongo la prima parte. Continua a seguire il blog per non perderti la seconda parte.

Parte 1

Ieri sera ho visto un video del Dr. Wayne Dyer intitolato Il cambiamento (film documentario disponibile in italiano con il titolo di The Shitf- Il cambiamento– NdT), che ho trovato molto toccante e fonte di ispirazione. In questo video il Dr. Dyer sostiene che le soluzioni che funzionano al mattino della nostra vita non funzionano altrettanto bene nel pomeriggio.

Quando le vecchie soluzioni non danno più i risultati attesi grande è il nostro smarrimento e notevole la frustrazione. Facciamo quello che pensiamo sia il meglio, ciò che riteniamo sia la cosa giusta e tuttavia, per qualche motivo che ci sfugge, le nostre abituali e fidate routine non funzionano più. Maggiori sono i nostri tentativi, peggio ci sentiamo, come affondassimo in un abisso invisibile. Perché ci succede così?

A un certo momento della nostra vita, i vecchi comportamenti che una volta ci portavano al successo devono essere accantonati per lasciare posto a qualcosa di nuovo. Dobbiamo mettere da parte le lezioni apprese in passato, che ci avevano permesso di avere successo a un determinato livello di consapevolezza (e questo vale anche se pensiamo di aver avuto solo moderatamente successo) per poter diventare qualcosa di più.

Permettimi di raccontarti la mia esperienza personale nell’affrontare questa sfida. Continua la lettura di Il pomeriggio della vita

Non riesci a decidere se restare o andartene?

Sicuramente uno dei post più illuminanti di Steve Pavlina che, nel suo essere relativamente breve, è ancora più efficace e incisivo. Quanti di noi si sono trovati a vivere situazioni stagnanti, maledicendole senza il coraggio di spiccare il volo perché la paura dell’ignoto era più forte? A chi non è non mai successo? Tutti ci siamo sentiti un po’ naufraghi dell’isola. Pur se desiderosi di rientrare nella civiltà, esitiamo però a prendere il mare su una zattera per paura di pericoli che la nostra immaginazione ingigantisce a dismisura.

Eppure non è necessario che sia così difficile. Basta cambiare leggermente prospettiva. Vediamo come.

Qui di seguito trovi la traduzione del post:

La decisione di restare o andarsene

Ti è mai capitato di tollerare una situazione che non ti piace e, nel contempo, di non avere le idee chiare su quale potrebbe essere l’alternativa?

Il tuo lavoro, la tua relazione o il tuo stile di vita non fanno per te ma tu esiti ad abbandonarli?

Immagina di essere bloccato su un’isola, e che l’isola non ti piaccia. È troppo piccola, il tempo è spesso brutto, c’è puzza di pesce marcio. Un giorno ti arrampichi in cima al cocuzzolo più alto e ti guardi intorno: dovunque volgi lo sguardo, tutto ciò che vedi è una distesa infinita di mare.

Che cosa potresti fare?

Hai due possibilità. Restare o andartene.

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Le credenze limitanti sono una scusa

Il titolo, provocatorio, serve a introdurre con più forza l’idea espressa da Steve Pavlina per cui spesso le convinzioni limitanti sono addotte come comode scuse per non muoversi e non agire. Come se, finché non le abbiamo superate, fossimo autorizzati a restare nella nostra calda cuccia senza far niente per migliorare la nostra situazione. Il significato del post è che invece non bisogna aspettare di aver eliminato le nostre paure ed idee sbagliate per agire, ma cominciare a muoverci oggi steso, man mano che lavoriamo per dissipare le idee che ci limitano.

Ecco il post, che ho tradotto per te.

Cerchi l’approvazione delle tue credenze limitanti?

Non ti è necessario superare le tue credenze limitanti prima di passare all’azione. Pensare di doverti liberare di tutte le tue attuali convinzioni limitanti è solo una tattica per rimandare, giusto? Rivoluzionare le tue idee è un prerequisito non necessario per agire. Pensare di dover prima modificare le tue convinzioni è come cercare di convincere un genitore che ha dubbi sul fatto che tu vada nel mondo e abbia successo. Niente che tu possa dire lo convincerà. Anche se tu dovessi uscire nel mondo e avere successo probabilmente lui non si convincerà.

Se dici a qualcuno che vuoi diventare imprenditore, per esempio, e questa persona ti ride in faccia, hai bisogno di convincerla per provarci? Devi proprio parlare con lei per dimostrarle che sei disposto a metterci l’impegno necessario? Certo che no. Limiti a dire: “Che vadano a quel paese chiunque ha dei dubbi su di me!” e poi agisci.

Se in futuro avrai un successo strepitoso si convinceranno? Credo proprio di no. Troveranno sempre motivi per dubitare di te o sminuire il tuo successo.

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Il potere delle parole

Il post che oggi ti propongo tradotto gratuitamente sottolinea il grande potere delle parole e si collega direttamente alla frase che ho scelto per questo mese, che puoi leggere nella barra a destra. Le parole non sono solo flatus voci, sostiene Pavlina, hanno un enorme potere di influenzarci, quando le leggiamo o le ascoltiamo e, ci invita a riflettere l’autore, di creare conseguenze anche importanti sugli altri, quando a pronunciarle siamo noi.

Le parole sono azioni

Si dice solitamente che sono le azioni che contano, le parole non hanno tutta questa importanza.

Questo modo di pensare sarà anche diffuso ma non corrisponde al vero.

Le parole sono enormemente importanti. Le parole sono azioni e hanno un grosso peso, almeno tanto quanto qualsiasi altro tipo di azione.

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