Social Network: ripensare alla produttività – Seconda parte

Nella prima parte del post di Steve Pavlina  – che, ricordo, ho diviso in tre perché molto lungo – l’autore si chiede se i social network siano dannosi per la produttività, cioè se siano una perdita di tempo.

La risposta è “dipende”. Da che uso se ne fa. Numerosi sono i vantaggi che siti come Facebook e Twitter possono offrire, a determinate condizioni.

Se non avessi ancora letto la prima parte, ti consiglio di farlo ora, cliccando qui, prima di procedere oltre nella lettura.

Nella seconda tranche, che propongo qui di seguito, Pavlina si sofferma sull’altra faccia medaglia. E ci racconta quali sono gli svantaggi di utilizzare i social network.

Buona continuazione di lettura.

Social Networking: ripensare alla produttività – Seconda parte

(testo di Steve Pavlina – traduzione di Enrica Orecchia)

Svantaggi

I social network non sono solo rose e fiori. Ecco alcuni svantaggi che potresti riscontrare se te ne lasci coinvolgere eccessivamente.

  1. Perdita della privacy

Nonostante il mio blog sia diventato popolare in un battibaleno dalla sua apertura, inizialmente non mi è stato difficile mantenere separate vita privata e vita pubblica. Anche se online il mio nome godeva di una certa fama, infatti, offline restavo solo Steve.

Con il passare del tempo, tuttavia, la linea di demarcazione tra pubblico e privato ha cominciato a diventare sempre più sottile. Con il crescere della mia presenza sui social network, questo cambiamento ha avuto una notevole accelerazione. Il mio profilo Facebook riporta molte mie fotografie, cui si aggiungono quelle postate da altre persone sui loro blog o profili e in cui compaio anche io. Recentemente, inoltre, ho aggiunto al forum online la possibilità di usare gli avatar, per cui la mia foto appare accanto a ogni messaggio che posto. Anche il mio account Twitter contiene una mia fotografia. Ora sono tanti a conoscere non soltanto il mio nome ma anche il mio aspetto fisico [ricordiamo che ora Pavlina ha chiuso i suoi account, come accennato qui-NdT].

Di conseguenza, quando sono fuori casa, le persone mi riconoscono più di frequente. Non al punto da fermarmi per strada, ma per esempio quando partecipo a qualche raduno, a volte anche quando non mi sono ancora presentato. Lo scorso settembre mi è addirittura successo che, mentre mi trovavo al Six Flags Magic Mountain (un parco tematico in California-NdT) e  chiacchieravo con un amico mentre eravamo in coda per salire su una delle attrazioni, qualcuno mi identificasse dal suono della mia voce. E non stavamo nemmeno parlando di qualcosa che riguardasse al mio lavoro!

Trovo la cosa un filo preoccupante. Infatti, anche se sono una persona molto aperta e socievole, sempre disposta a fare nuove conoscenze, ciò condiziona i miei rapporti con gli altri. Credo che, man mano che per me è sempre più complicato tenere separate vita privata e pubblica, per le altre persone diventi più difficile frequentarmi. Infatti molte di loro preferirebbero incontrarmi senza doversi preoccupare di comparire sul blog o sul profilo di qualcun altro il giorno seguente.

Sono stato quindi obbligato a mettere dei paletti per dividere ciò che sono disposto a rendere pubblico e quello che intendo tenere privato. Per esempio, se invito a cena un’amica o conoscente, conviene o no che ne twitti? Be’, dipende. Se un mio contatto commentasse qualcosa del tipo “dai! Che bello vedervi finalmente insieme!” per lei non sarebbe un problema. Al contrario, sarebbe certamente spiacevole se qualcuno pensasse che si tratta di un appuntamento romantico e cominciasse a diffondere pettegolezzi online.

Purtroppo non sono ancora bravissimo a capire che cosa condividere e che cosa tenere privato. Tendo a sottovalutare quanto siano perspicaci e osservatrici le altre persone. Capisco che sarebbe ingenuo e poco saggio sottoporre le mie questioni private alle opinioni del pubblico e sperare che tutto vada per il meglio. Nondimeno non mi è ancora chiaro come gestire questa situazione nel migliore dei modi quindi, al momento, mi limito a valutare caso per caso. Non che io dia una grandissima importanza alla mia privacy, tuttavia rispetto il desiderio altrui di una maggiore riservatezza perciò, ogni volta che sono in dubbio sul da farsi, chiedo all’altra persona che cosa ne pensa e, se non mi dà via libera, non condivido.

Mi rendo conto però che anche così non è sufficiente. Anche se io non condivido determinati dettagli, il resto del mondo non sempre collabora. A volte penso che non esistano segreti e che la privacy sia una specie di illusione. Molto spesso quando racconto qualcosa di privato a un amico intimo, vengo a sapere che lui ne era già al corrente, perché l’aveva intuito o grazie alle sue ottime doti di osservatore.

È interessante notare che il mio giro di conoscenze mi ha aiutato molto in questo. Parlare con persone che in passato hanno vissuto difficoltà simili a quelle che sto affrontando io mi aiuta a vedere il quadro generale e a compiere scelte più intelligenti. Perciò, anche se ho dovuto rinunicare a qualcosa dal punto di vista della privacy, ho guadagnato qualcos’altro da un diverso punto di vista.

Infatti la perdita della privacy diventa un altro ambito di compatibilità da esplorare con alcune persone. Sento una certa comunanza con coloro che sono nella mia stessa barca, come per esempio altri blogger che affontano sfide simili. Ho avuto conversazioni piuttosto approfondite sulle varie modalità con cui gestire la situazione, ma non mi pare che esista un consenso unanime. L’approccio che giudico più promettente sembrerebbe essere quello di preferire le relazioni con persone in grado di accettare e gestire la mia situazione ed essere il più tolleranti possibile. Non mi sento particolarmente a mio agio con chi è estremamente riservato, perché il mio modo di vivere non è compatibile con alti livelli di privacy.

Il punto è diventare consapevoli del fatto che essere molto attivi sui social network riduce la nostra privacy, forse anche in modi che potrebbero sorprenderci. Tirando le somme penso che i pro superino i contro, ma si tratta sempre di una mia opinione. Se metti online un bel po’ della tua vita, sappi che gli altri cominceranno a notare cose di te che tu pensavi fossero private, e questo grado di trasparenza potrebbe farti sentire al di fuori della tua zona comfort, più esposto e vulnerabile di quanto vorresti. È necessario farci l’abitudine.

  1. Resistenza sociale al cambiamento

L’essere molto attivo sui social network comporta l’eventualità di essere notevolmente influenzato dagli altri. In un certo senso ti sottopone a una nuova forma di condizionamento sociale. Una volta che i tuoi contatti ti conoscono in un certo modo, puoi avvertire delle resistenze ai tuoi tentativi di crescere e cambiare.

Quando informi il tuo network che stai compiendo un grosso cambiamento di vita, sappi che per molti sarà difficile accettarlo. Quando Erin e io annunciammo la nostra separazione, ci furono alcuni che reagirono come se avessimo distrutto la loro realtà. Un paio di persone mi tolsero l’amicizia su Facebook perché non riuscivano ad accettare il fatto che non fossimo più sposati.

Fortunatamente i social network tendono a essere molto flessibili. Se anche dovessi perdere l’amicizia di chi ti apprezza solo a determinate condizioni, per gli stessi motivi ti farai nuovi amici. Nel mio caso ho stretto amicizia con altri divorziati.

Tutto sommato, mi pare che le amicizie più intime tra i miei contatti online con il tempo siano diventate più incondizionate. Durante il mio percorso di crescita personale e di esplorazione mi viene naturale liberarmi delle relazioni che mi pongono condizioni,  cioè di tutti coloro che sono disposti a frequentarmi solo finché sono in sintonia con i loro pregiudizi.

Ieri ero al telefono con un’amica che avevo conosciuto online oltre un anno fa. Parlavamo di amicizie condizionate o incondizionate, e a un certo punto lei mi ha detto, “Steve, non c’è niente che tu possa dire o fare che potrebbe spingermi a escluderti dalla mia vita.” Ne sono stato veramente commosso. Anche io provo lo stesso nei suoi confronti. È bello che nella mia vita ci siano persone che mi accettano completamente come sono, indipendentemente da come potrei cambiare con gli anni.

Anche se affrontare la resistenza altrui all’inizio può essere difficile, il beneficio a lungo termine è che gli amici che sono in grado di sopravvivere ai tuoi alti e bassi, ai tuoi esperimenti pazzi e ai cambiamenti radicali della tua vita sono molto proabilmente i migliori amici che potresti desiderare. Sono le persone che ti conoscono meglio di quanto tu conosca te stesso.

  1. Dipendenza emotiva

I social network possono regalarti alcuni legami molto stretti. Puoi ritrovarti a essere estremamente coinvolto nelle vite degli altri e a condividere una notevole intimità con qualcuno. Probabilmente non accadrà se ti limiti a postare aggiornamenti di stato, ma può essere il risultato di relazioni individuali che costruisci con persone del tuo network.

Ho stretto amicizie piuttosto profonde con persone che ho incontrato online. Molte di loro si sono trasformate in relazioni offline. Ci sentiamo al telefono e/o ci incontriamo di persona ogni volta che ci è possibile. E’ possibile condividere molta intimità, specialmente quando si ha parecchio in comune. E’ un’esperienza meravigliosa.

A volte però resto talmente avviluppato nella vita altrui che trovo difficile staccare alla fine della giornata. Poichè gli aggiornamenti mi tengono informato di ciò che le persone fanno ogni giorno, comincio a vivere come se fossi al loro posto. Sono costretto a rammentarmi di lasciar perdere, concentrarmi su me stesso e tornare a vivere la mia vita.

So che capita anche ad altri nei miei confronti. Sviluppano una dipendenza eccessiva da ciò di cui mi occupo. Se non posto aggiornamenti per un po’, c’è sempre qualcuno che mi contatta direttamente per vedere che cosa ho in ballo.

I social network spesso rendono indistinti i confini tra la nostra vita e quella degli altri. Puoi arrivare al punto di doverti ricordare che resti comunque un individuo, e che hai la tua vita da vivere. Fai in modo che i social network valorizzino la persona che sei, ma non permettere loro che ti definiscano.